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14 gennaio 2014

Meno etichette...più amore!


Tutto inizia quando ci si aspetta di trovarsi di fronte il figlio che si è sempre desiderato...è una questione di aspettative non "rispettate", di sogni e di realtà. Detta così sembra quasi una cattiveria ma è solo la motivazione che più spesso porta all'errore. Quale errore?
Quello di appiccicare addosso ai nostri figli delle "etichette" che li identifichino e, perdonatemi la durezza, li ghettizzino in determinate categorie di "bambino cattivo" o "pigro" o "iperattivo"....
Sembra strano ma i nostri bambini fanno propri i nostri pensieri, il nostro modo di vederli diventa una loro caratteristica identificativa....ma così non dev'essere!
Ripetere continuamente "Sei davvero disobbediente!" fa si che il bambino pensi davvero che la disobbedienza sia una sua caratteristica distintiva e quindi inizierà davvero a comportarsi come un bimbo disobbediente!
Se poi è la mamma che lo dice o lo urla a gran voce, la frustrazione del bimbo sarà ancora maggiore e la convinzione di essere "sbagliato" diventerà sempre più radicata.
Quindi è fondamentale cercare di evitare di dire parole che poi restano stampate sulla pelle del bimbo e che si porterà dietro anche da adulto.
Come comportarsi allora? Cosa dire? Cosa non dire? Cosa fare per attivare nel bambino il meccanismo che aiuta a far crescere la sua autostima e la consapevolezza di essere un bambino "che vale"?
Innanzitutto smettiamola di appiccicargli addosso delle etichette inutili e che non fanno altro che far danni.
Proviamo a cambiare punto di vista: un bambino esuberante non è iperattivo ma è pieno di energia!
Un bambino disordinato è solo estroso; uno lento è davvero un bambino riflessivo; il bimbo che disubbidisce non è un ribelle ma è un rivoluzionario....
So che non è facile acquisire questo modo di relazionarsi e cambiare il punto di vista ma se solo ci fermassimo a pensare alle conseguenze del nostro modo di parlare impareremmo di certo a morderci la lingua e a trasformare le cose.
Questo non solo a beneficio dell'autostima dei nostri figli ma anche della nostra. Un genitore che ridimensiona le proprie aspettative e che riesce a guardare il figlio con occhi diversi mettendo in evidenza i suoi punti di forza anzichè quelli deboli, sarà un genitore più sereno e soddisfatto e anche di questo non farà altro che beneficiarne il bambino!
Io ci sto lavorando da un po', ci provo: a volte ci riesco, altre volte meno ma di una cosa sono certa....anche solo lo sforzo di arrivare a questo obiettivo mi fa sentire meglio, più in pace con me stessa e con i miei Pufffi e nel nostro rapporto questo si percepisce! E voi, volete provarci?  

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