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29 marzo 2014

Il castello dell'immaginazione


Chi di noi non si è mai immaginato il suo castello dei desideri.....
Accade fin da bambini ma continua anche da adulti: da piccoli si sognano con principesse in attesa del principe azzurro che le salvi da draghi e che le liberi da infausti incantesimi, con maghi, fatine e fantasmi, cavalieri, destrieri ed emozionanti combattimenti d'amore. Da grandi si pensa alla casa che si avrebbe voluto avere e che magari non si è proprio riusciti ad ottenere e la si vede davvero come il castello dell'immaginazione! Fatto sta che, in entrambi i casi, gradi o piccini che siano a voler sognare, il risultato è sempre lo stesso: un viaggio attraverso la fantasia che porta su strade davvero piene di meraviglie!

Quando mi hanno detto che il sogno avrebbe potuto trasformarsi in una meravigliosa realtà io ero quasi incredula e la stessa identica reazione ha avuto mia figlia, Puffetta Gaia, quando le ho chiesto di disegnare il suo castello dell'immaginazione, spiegandole che avrebbe potuto essere realizzato, questa volta veramente però! La Disney ha avuto una bellissima idea: richiedere ai bambini di tutta Europa di lasciare andare la loro fantasia e di esprimerla in una disegno che rappresentasse il castello dei loro desideri è una iniziativa stimolante e divertente. Puffetta Gaia l'ha accolta con grande entusiasmo ed ha subito realizzato il suo capolavoro dando vita ad un castello originale e decisamente pieno di simboli e di collegamenti tra quello che è il mondo della fantasia ed il mondo della realtà. Se aggiungiamo poi che uno dei disegni dei bambini italiani verrà scelto, in rappresentanza dell'Italia a Parigi, per essere realizzato nella piazza del Louvre, direi che l'iniziativa diventa ancor più stimolante per i bambini!
Se anche tu vuoi partecipare a questo contest puoi postare il tuo disegno nella grande Community di Quimamme entro il 9 aprile....per il disegno vincitore ci saranno bellissime sorprese!

Puffetta Gaia ha un sogno ed è quello di poter incontrare i suoi personaggi preferiti dei cartoni animati : a Disneyland Paris tutto è possibile ed io a Puffetta Gaia ho sempre ripetuto "SE PUOI SOGNARLO.... PUOI FARLO!", questa volta più che mai!

28 marzo 2014

Mamma mi spieghi come sono nato?


"Mammina, mi spieghi come ho fatto ad arrivare nella tua pancia e come ho fatto ad uscire da lì?"
La curiosità di capire il mistero della nascita è stata la prima "grande" domanda che i miei Puffi si sono posti ed alla quale non è stato facilissimo dare una risposta, in considerazione del fatto che a 3 anni non è semplice spiegare in modo chiaro e comprensibile un processo così magico e meraviglioso!
Eppure, dopo il primo attimo di tentennamento, le parole giuste son venute fuori con estrema serenità: ho raccontato la loro storia che, ancora oggi, ad intervalli di tempi variabili, vogliono riascoltare sempre attenti e curiosi, desiderosi di percorrere strade che stupiscono e che riempiono cuore  e mente.

"Un giorno di diversi anni fa, io e papà ci siamo incontrati e, dopo un po' di tempo, ci siamo innamorati così tanto che abbiamo deciso che ci sarebbe piaciuto avere un bambino. Non volevamo stare più da soli e quindi abbiamo sperato che arrivassero al più presto a farci compagnia un bimbo o una bimba. Questo desiderio era davvero forte nei nostri cuori e quando abbiamo scoperto che nella pancia di mamma c'era un piccolo fagiolino che stava crescendo abbiamo iniziato fin da subito a volergli bene."
"Mamma, perchè al posto di un bambino ti è arrivato un fagiolo?"
"Non era un vero fagiolo ma era un bimbo talmente piccolino che aveva la forma di un fagiolo! Man mano che cresceva si trasformava: sono comparsi a poco a poco gli occhietti, il naso, la boccuccia, poi le manine, le gambine, i piedini ed alla fine questo fagiolino si è trasformato in un vero e proprio bimbo!"
"E come faceva a crescere se non mangiava la pastasciutta come noi?"
" Cresceva perchè mangiava in uno strano modo! Guardate il vostro ombelico......Bene, lì dove ora c'è l'ombelico c'era una corda che teneva unito il bimbo a me e attraverso quella corda passava il nutrimento che permetteva la crescita!"
"E cosa bevevamo? Come facevamo a fare la cacca e la pipì? Come facevamo a respirare lì dentro?"
"Pappa e bere arrivavano sempre dal cordone mentre per quanto riguarda il respiro potete considerarvi come se foste dei pesciolini. Cacca e pipì avete iniziato a farla dopo che siete usciti dalla pancia perchè prima di allora tutto ciò che mangiavate vi serviva per crescere!"
Penso poi al modo in cui riuscire a trasmetter loro anche le emozioni di tutto ciò. Mi fermo un secondo, prendo fiato e poi continuo in questo viaggio fantastico che vedo li sta appassionando e intrattenendo!
"Sapete una cosa? Quando eravate lì dentro la vostra ninna nanna erano i battiti del cuore della mamma. Poi avete imparato lì a giocare e a nuotare: giocavate con le vostre manine, i vostri piedini e facevate un sacco di capriole. Eravate racchiusi in un sacco pieno di acqua e vi piaceva un sacco nuotare: è per questo che anche ora vi piace così tanto fare il bagnetto! Vi dico un'altra cosa importante: fin da quando eravate nella mia pancia io vi parlavo un sacco e voi riconoscevate la mia voce! Papà vi accarezzava sempre, tutte le sere: appoggiava le mani calde sul mio pancione a forma di anguria e voi non appena sentivate il suo calore iniziavate a dare dei piccoli calcetti per farvi sentire e per salutare anche lui! Questo sì che è AMORE!"
Loro continuano a guardarmi sempre più emozionati e con quegli occhietti vispi ed il loro sorriso accattivante mi dicono: "Mamma, allora sentivamo anche la musica? E' per questo che ora cantiamo sempre insieme a te tante canzoni? le abbiamo imparate quando eravamo nella pancia?"
"E' proprio così: ascoltavamo insieme un sacco di musica e a voi piaceva molto.....e siccome avete una grande memoria ora ve le ricordate tutte!"
Mi abbracciano forte, mi stringono e poi, forse non ancora completamente soddisfatti, chiedono: "Ma non ci hai ancora detto come abbiamo fatto a finire lì dentro e come abbiamo fatto ad uscire da lì!"
Sono quasi sfinita ma felice e, ricambiando l'abbraccio, aggiungo: "Lì dentro siete entrati per amore...la forza dell'amore può fare tutto!!! E ne siete usciti grazie ad un taglietto (che gli mostro!) che i dottori hanno fatto: vi hanno tirati fuori come dei ranocchietti e non appena avete visto la luce vi siete fatti sentire con un bel pianto! Il nostro amore è nato lì....quando ancora eravate nella mia pancia! E non finirà mai!"

23 marzo 2014

Quando nasce un amore


Sono volati questi 8 anni insieme e mi sembra ieri che son corsa a vederti, da quel vetro, dopo 3 giorni di forzata lontananza. Eravamo state insieme, inseparabili e dolcissime per ben 34 settimane, poi all'improvviso, qualcuno bussa forte, taglia e strappa via.....si, io l'ho vissuta così: come uno strappo. Mi ricordo bene la sensazione di quando ti hanno tirata fuori dalla mia pancia, come se ti avessero presa, rubata con la forza, prematuramente....non era ancora l'ora giusta per noi amore. Io rimasi senza fiato per un attimo eterno, tu idem: nessun pianto, nessun grido. Tremavamo entrambe: per il freddo, lo spavento, la paura. Piccolissime, nelle grandi mani dell'universo che batte. Non c'è stato il classico incontro che ogni mamma sogna per mesi, non c'è stato il tempo di scoprirci, sentirci, respirarci: sei subito corsa via in ambulanza e ad attenderti non c'era il calore della tua mamma, c'era una sterile incubatrice, c'erano voci sconosciute di medici, c'erano aghi fastidiosi che disturbano e c'erano le mani calde e rassicuranti di Lui, il tuo adorato papà. Che ti ha saputa stringere, accudire, sfamare, tranquillizzare....quando io non c'ero.
Il mio peggiore incubo era diventato una dura realtà: la nascita prematura di uno scricciolino di soli 1 chilo e 970 grammi di dolcezza ed il fatto che io non potevo esserti accanto perchè ero in un altro ospedale. Sono stati i 3 giorni più devastanti della mia vita: SENZA DI TE e SENZA POTERTI RAGGIUNGERE. Sai quante volte mi son chiesta se pensavi che io ti avessi abbandonata?! Sai quante volte mi sono rimproverata per aver permesso che tutto ciò accadesse?! Non avrei mai voluto che fosse così.
Poi finalmente, ancora dolorante e ingobbita dal taglio la cui cicatrice ben visibile ancora oggi segna la ferita, mi lasciano andare ed arrivo lì, davanti a quel vetro....ti avrei riconosciuta tra mille amore mio.
Mi bardano ben bene, grembiule, calzari e mascherina e mi fanno disinfettare le mani. penso che così non mi riconoscerai, non potrai riconoscere nemmeno il mio odore perchè sostituito da quello acre e fastidioso del disinfettante. Mi resta solo la voce, mi restano solo le parole e le lacrime....calde. Mi dico che forse un giorno riuscirò a spiegarti il perchè non c'ero e forse lo capirai, forse mi potrai perdonare. O forse nemmeno tu dimenticherai mai questo distacco veloce e forzato!
Non so se anche per te sia stata la stessa cosa ma per me l'amore è nato ancor prima che nascessi tu; è come se ti avessi fatta nascere due volte, dentro di me, quando ti sei insediata nel mio utero e ne hai fatto la tua casa sicura e serena e quando ho potuto finalmente toccare la tua manina, lì tra gli oblò dell'incubatrice ed i fili che avevi addosso, finalmente c'ero anche io e quando le nostre mani si sono potute unire.....io ho capito che c'eri, che c'eravamo l'una per l'altra....e che sarebbe stato davvero per sempre!

21 marzo 2014

Se puoi sognarlo...puoi farlo!


E' proprio così tesoro mio: "SE PUOI SOGNARLO....PUOI FARLO!"
Cerco di ripeterglielo in maniera convincente e determinata ogni volta che la vedo sconsolata piangere o innervosirsi perchè qualcosa non le riesce come lei vorrebbe, quando vorrebbe gettare la spugna ed io la esorto nel continuare a lottare, quando mi guarda con sguardo sognante e mi dice che vorrebbe fare la stilista. Voglio, insistentemente voglio, che lei capisca  che è un suo diritto sognare e che tutto ciò che dal sogno deriva si può trasformare in un obiettivo e, alla fine, in una meravigliosa realtà!
Pensare sempre e comunque di potercela fare aiuta a costruirsi un tessuto emotivo forte, vuol dire avere una struttura determinata, significa costruirsi un'autostima "alle stelle". E nella vita è una importante carta da potersi giocare!
Bisogna iniziare fin da bambini, quando ancora si è privi di tutte quelle sovrastrutture emotive e psicologiche che fanno parte del mondo degli adulti e che spesso diventano una limitazione. Io credo fermamente in questo modus operandi che è alla base del mio modo di affrontare la vita e che mi ha aiutato a superare momenti bui che purtroppo prima o poi arrivano.
Essere parte di un sogno, sentirsi attori protagonisti e sapere di avere il proprio destino in mano è una condizione necessaria per riuscire ad arrivare pronti e sereni nel mondo "dei grandi" ed è uno dei compiti più importanti che un genitore deve essere in grado di assumersi nel crescere un figlio.
Non è sempre facile crederci, non è così immediato riuscirci, ma è fondamentale provarci.
Affrontare la vita a testa alta. Riuscire a sorridere. Avere il coraggio di provarci.
E' questo che sogno per loro....e se lo posso sognare, lo posso fare!

16 marzo 2014

Una Molto più che mamma e le sue fragilità


.....le mie lacrime sono sempre invisibili: nessuno si accorge che sgorgano ma ci sono.
Nel cuore, in fondo all'anima; sotto la doccia mentre fingo di canticchiare o quando mi prende un improvviso raffreddore, ci sono ma nessuno le vede.
Chissà perchè una Molto più che mamma come me non sembra avere il diritto di star male: è come se il pilastro che tiene in piedi tutto non si possa mai permettere di cadere, come se la responsabilità di essere il punto di riferimento fosse sempre prioritaria rispetto al resto....anche rispetto ai miei sentimenti.
Tra le varie cose in casa mi tocca il compito di fare la parte di quella forte, coerente, che "detta" le regole, la mamma che accudisce e che sistema ma anche quella che punisce e castiga. Non è un compito facile. Non è un ruolo semplice da portare avanti, ma qualcuno dovrà pur fare un po' di "lavoro sporco" altrimenti la nave andrebbe alla deriva. Mio malgrado, tocca a me. E i Puffi Edoardo e Gaia lo sanno bene. Hanno ben chiaro dove sta lo scettro in famiglia e lo dimostrano, nel bene e nel male, quotidianamente: MAMMA, MAMMA, MAMMA, lo diranno mille volte al giorno, sempre e per tutto. Anche quando ad un cm da loro c'è il papà. La mamma è quella che serve, la mamma è quella che "comanda", la mamma è quella che decide, la mamma è quella che rassicura, che stringe i denti, che avvolge e che protegge: mamma per tutto; un punto di riferimento fondamentale nella nostra famiglia. Essenziale per l'equilibrio (instabile) che si è creato: guai se decidessi di non esserci. Loro, i bambini, me lo ripetono fino allo sfinimento: che mi amano, che mi adorano, che non mi vogliono mai perdere e che senza di me non potrebbero resistere. Io ricambio con un abbraccio che tranquillizza ma ho il cuore che trema.
E se un giorno, per cause a me non imputabili, per un disegno divino incomprensibile e assurdo, io dovessi non esserci più?
Questa è la cosa che maggiormente mi terrorizza nella mia vita "post figli": la paura di morire, il terrore di non poterli accompagnare nel cammino della loro crescita. Non ho paura per me, ma per loro: sarebbe un'ingiustizia "volare via" lasciandoli in balia delle burrasche della vita. Sono fermamente convinta che ogni bambino abbia il diritto di avere al suo fianco la mamma e son altrettanto convinta che ogni mamma abbia il dovere di prenderli per mano e di seguire le loro strade fino a che non saranno capaci di camminare da soli. Ma questa è una responsabilità enorme, un peso difficile da portare nel cuore....perchè certe cose non sono controllabili, succedono e basta.
Ecco perchè a volte la mia anima piange. Ecco perchè il mio cuore talvolta resta senza battiti.
E poi....chi non è mamma non può avere idea di cosa significhi dover trasmettere valori, di cosa voglia dire educare un figlio: a volte si investe tutto ed in cambio non  si riceve ciò che ci si aspetta. Tu ti dedichi anima e corpo a Lei e Lei sembra "non rispondere": inscalfibile, egoista, quasi cinica sembra avere il solo obiettivo di essere soddisfatta e accontentata, sempre, in tutto. E non si piega davanti a nulla. A volte mi ha vista stanca, distrutta, arrabbiata, delusa, dispiaciuta, triste, sconsolata ma non ha teso la mano, anzi, ha continuato a chiedere, sempre di più, fino allo sfinimento. Lei con l'obiettivo di riempirsi ed io nel mio sforzo di svuotarmi.
Vi assicuro che la frustrazione è indescrivibile. Ti sembra di aver buttato al vento anni, parole, insegnamenti, ma anche sentimenti veri, abbracci, amore. Lei svuota tutto di ogni significato. Ed io ogni volta muoio un po'.
Poi, grazie al mio carattere testardo e fermo, vado avanti comunque perseguendo, anche se con grande difficoltà, la strada che reputo essere la migliore (per loro si, ma per me?!?) e non mollo.
E sono convinta che le lacrime calde di una mamma siano spesso invisibili ma salate.....davvero! Forse, quando anche lei sarà madre, capirà! Forse....

14 marzo 2014

Un vita in sospeso tra sogni e....realtà!


Cosa farò da grande?
Quando ero bambina me lo sono domandato tante volte e, per molti anni, ho continuato a darmi la stessa identica risposta: "Voglio fare la pediatra!". Il perchè non mi è ancora ben chiaro: forse il tutto deriva anche da un condizionamento di origine familiare, di mio padre e mia madre che per anni mi hanno sempre parlato della mia pediatra come di una donna straordinaria che mi aveva salvato la vita! O forse deriva dal fatto che a me sembrava una signora molto gentile, affettuosa e sorridente, sempre disponibile e pronta a venirci in soccorso quando stavo male. Una specie di angelo in terra!
Poi si cresce e si prende coscienza del fatto che sogni e realtà non sono mai ad un passo l'uno dall'altro: ciò che sono oggi è lontano da ciò che allora avrei voluto diventare ma sono comunque riuscita a trovare una dimensione tutta mia che mi permette di vivere il mio lavoro come un'opportunità, svolgendolo sempre con grande impegno e responsabilità. In questo ritengo di esser stata tanto fortunata quanto equilibrata: è dentro me stessa che trovo le soddisfazioni che cerco e quindi mi sento sempre un po' artefice del mio destino e di ciò che mi circonda. Lavoro compreso.
La domanda "cosa farò da grande" scatena anche nei miei bambini una serie di risposte curiose.
Puffetta Gaia è sempre più convinta che sarà una perfetta artista; in quale campo, ancora non le è chiaro: modellista, stilista, pittrice, fatto sta che davvero cerchiamo di coltivare le sue passioni senza ostacolare la sua vena fantasiosa e la sua straordinaria manualità! Da chi avrà preso non si sa, ma che abbia queste qualità è indiscutibile. Lei si vede così, impegnata tra stoffe e colori ed io la lascio sognare. Almeno non mi parla di veline! :-)
Poi c'è Puffo Edo che insiste sul fatto che da grande vuole fare il cuoco: su sua richiesta gli abbiamo regalato una cucina in miniatura che pare davvero essere il suo regno incantato! Si perde tra pentole e fornelli per ore ed ore e trasmette davvero passione: anche quando siamo noi a metterci davvero ai fornelli per la cena, lui molla tutto e deve assolutamente starci accanto. Vuole vedere, capire, assaggiare, annusare, sperimentare....vuole esserci non solo come spettatore ma come protagonista attivo e creativo! Spesso mi dico che se continuerà così diventerà davvero un grandissimo chef....un lavoro molto faticoso ma anche estremamente soddisfacente e remunerativo! Una buona gavetta e poi potrebbe spiccare il volo!
La domanda che più spesso mi pongo io, da mamma, non è tanto cosa faranno da grandi ma chi diventeranno. La differenza tra fare ed essere è per me fondamentale ed è quella che fa la differenza! Su di loro stiamo investendo tanto, tutto direi: cerchiamo di dare un'impronta forte che possano davvero seguire come esempio per la vita. Ma chissà se davvero capiranno e se davvero condivideranno regole e valori su cui oggi stiamo puntando l'attenzione. Io sono convinta che ciò che un uomo o una donna è sia davvero la fotografia di ciò che ha vissuto e respirato. Ecco perchè, oggi più che mai, in una società che appare confusa e sbandata, ritengo sia essenziale dare ai propri figli che crescono una direzione ed un imprinting preciso e forte. Ecco perchè oggi sono disposta a perdere ore, lacrime e amore per farmi ascoltare e far passare certi concetti. Ecco perchè credo che il mio lavoro di mamma non si esaurisca nell'accudimento perfetto e affettuoso ma che debba anche e soprattutto svolgere un ruolo educativo e di guida. Ciò che oggi seminerò, un domani verrà raccolto senza sconti per nessuno. Ed io posso accettare di sbagliare su di me ma vorrei non farlo con i miei figli!
Fin da bambina, sentivo di avere uno spirito materno spiccato e deciso ed il mio sogno era quello di diventare una brava mamma. In parte mi sento realizzata: non so se sono davvero una buona madre ma so con certezza che dentro questo ruolo metto davvero tutta me stessa, sempre, nel bene e nel male. Ed i miei Puffi non possono non accorgersene.
Tra sogni  e......realtà: sempre un po' in sospeso fin da bambini per tutta la vita, tra chi si è, chi si vorrebbe essere e ci si diventerà! Anche questo è il bello della sfida!


12 marzo 2014

Io. Pre e post figli: come cambia la vita dopo il loro arrivo....

Dopo....
Prima....


Se mi volto indietro e ripenso alla mia vita "pre filiazione" faccio quasi fatica a ritrovarmici.
Resto lì ad osservare, spettatrice a tratti incredula ed a tratti malinconica, una vita di sani eccessi: eccessi di sorrisi e di abbracci, eccessi di divertimento e di riposo, eccessi di amore e di amicizia. All'epoca era "troppo" di tutto e sembrava naturale, semplice, quasi scontato. Mi ci ritrovavo alla perfezione in quel mondo con poche certezze e tante speranze. Ero perfettamente a mio agio sospesa tra sogni e realtà che, talvolta, andavano in direzioni opposte ma che alla fine son sempre riuscita a gestire con serenità.
Mille interessi e soprattutto la forza di arrivare ovunque: lavoro, divertimento, amicizie, amore, famiglia, sport...pronta alla trasformazione rapida e repentina, poliedrica e felice.
Mi ricordo la spensieratezza, la leggerezza dei pensieri e la profondità dei respiri. Mi sembra di rivedermi, alla ricerca della mia dimensione interiore, di equilibrio e stabilità. E mi sembra di respirare quell'aria da donna che con passo deciso voleva conquistare il suo spazio e allo stesso tempo tendeva la mano per avere una stretta rassicurante. Mi sono sempre destreggiata alla perfezione ma ho sempre voluto mantenere un contatto con il magico mondo delle favole: i bambini sono sempre stata una passione, una vocazione, un must per me e mi sono sempre circondata delle loro risate, della loro allegria, della loro purezza....era come mantenere un piede nella mia infanzia. E mi faceva sentire bene.
Ho sempre pensato di essere nata per fare la mamma e questo desiderio di maternità mi ha seguita nei vari passaggi della mia vita; è stato un pensiero mai messo in discussione nemmeno per un minuto. Un obiettivo, un desiderio, un sogno, una speranza che volevo a tutti i costi trasformare in una certezza.
Poi....ho trovato il padre che avrei voluto vedere accanto ai miei figli e mi sono fermata: l'ho amato con passione e quando l'ho sentito davvero parte di me ho capito che era arrivato il momento giusto per dare una svolta. I figli: sono una priorità, l'inizio di una nuovo percorso e non il raggiungimento di un obiettivo. Li ho sempre considerati in questo modo. La linea netta del test di gravidanza sarebbe diventata la stessa linea netta che avrebbe separato il prima dal dopo e così è stato.
Il primo ad accorgersene è stato il mio fisico: quasi statuario prima, un po' per fortuna ed un po' per dedizione, ha iniziato la trasformazione per accogliere al meglio il seme di una nuova vita. Le rotondità hanno preso il sopravvento, le forme si sono ammorbidite, le curve sono diventate più dolci, meno spigolose. Si fa fatica ad abituarsi soprattutto quando si è soliti vedersi in un certo modo, ma poi capisci che è solo un involucro sacro per un essere nuovo e straordinario e inizi a guardarti con occhi diversi. Ci si abitua, un po' alla volta, alla trasformazione che porta dopo 9 mesi ad un'esplosione di vita.
Prima un fagiolino che cresce, poi scopri che sarà una piccola donna e allora inizi ad immaginarla: in sogno la vedi e la puoi addirittura stringere come fosse vero. Ad occhi aperti invece cerchi di disegnare i suoi tratti immaginando le somiglianze possibili. Poi inizi a sentirla muovere, un'emozione indescrivibile, fortissima e meravigliosa. Le parli, sai che c'è e che ti sente. Ogni respiro ed ogni battito del tuo cuore è una coccola per lei. Ti senti già mamma e forse davvero lo sei già.
Poi arriva il momento della nascita: desiderato e temuto. E la vita cambia. Assolutamente ed indiscutibilmente. Indietro non si torna. E' una gioia di cui non ti capaciti, un amore che non puoi descrivere, un'emozione che ti lascia senza fiato. Qualcosa di straordinariamente meraviglioso. E ti rendi conto che nulla sarà mai così forte, nulla sarà mai così grande, nulla sarà mai come lei....
Essere mamma è un dono, un privilegio grandissimo, una fortuna impagabile.
Ma è anche una grande responsabilità. Cambia tutto: nella tua testa e intorno a te, il mondo sembra che inizi a girare in un altro modo. Cambiano le priorità, cambiano i ritmi di veglia e sonno, cambia il modo di vedere la vita, cambia il modo di rapportarsi agli altri, cambia il fisico, cambia il rapporto di coppia....e tutto avviene in maniera assolutamente naturale. Un figlio ti assorbe, ti fagocita, ti rapisce e tu lo lasci fare: ti impegna ma è piacevole.
Non nego che ci sono momenti in cui senti la stanchezza, o ti viene un po' di sconforto addosso, o a volte subentra anche un po' di frustrazione, ma nulla è tanto forte quanto l'amore che si prova per loro.
Talvolta mi sento travolta dalla loro energia; altre mi lascio influenzare dalla loro curiosità; altre ancora mi faccio guidare dal loro sesto senso ed ogni volta scopro che sono in grado di regalarmi nuove emozioni.
E so che nonostante io dia tutta me stessa, da loro forse ricevo di più.
E' inspiegabile. E' tutto un mondo strepitosamente febbricitante e caldo.
Insomma, ritrovarmi da ballerina di discoteche a ballerina di baby dance è stato un passo breve e divertentissimo. E chi l'avrebbe mai detto che sarei stata davvero così felice ed appagata...!


10 marzo 2014

Uno per tutti, tutti per uno!


E' il nostro motto: "Uno per tutti, tutti per uno!"
Lo abbiamo adottato da quando è arrivato anche Puffo Edo in famiglia: lei è apparsa da subito gelosa, disturbata da questa presenza, infastidita dal terzo incomodo quindi dovevamo a tutti i costi trovare il modo di farle capire che INSIEME VALIAMO DI PIU'!
A tratti sembra averla digerita e a tratti sembra voler schiacciare il tasto Rewind e tornare a quando lei era la regina sola ed indiscussa del regno. Vero è che il motto lo hanno metabolizzato, tanto che spesso se lo ricordano e se lo ripetono a vicenda, incitandosi alla collaborazione e alla coalizione.
Quando Puffetta Gaia ha creato questi tatuaggi sulle nostre mani è stato chiaro fin da subito che fosse un modo per marchiare l'unione: "Mamma, ho trovato il nostro simbolo: i gatti perchè sono i nostri animali preferiti e il cuore perchè rappresenta l'amore! Ora siamo ancora più uniti!".
Il senso di famiglia non può prescindere dal concetto di unione: NOI, che siamo tutti e quattro personalità uniche e diverse, che quando siamo insieme abbiamo una forza maggiore; NOI che si ha bisogno dei nostri spazi ma che non si riesce nemmeno a star soli sotto la doccia; NOI che da soli ci facciamo strada nel mondo, insieme annientiamo qualsiasi difficoltà; NOI che con forza inaudita cerchiamo i nostri spazi ma reclamiamo anche quando avvertiamo una certa distanza tra l'uno e l'altro.
La via di mezzo non è facile da trovare ma basta che si crei una sorta di equilibrio interiore ma condiviso per riuscire a stare bene così: UNO PER TUTTI E TUTTI PER UNO! Noi, nella nostra unicità ma che insieme sprigioniamo un'energia specialissima che ci tiene uniti anche quando siamo lontani.
Questa è e dev'essere una certezza per tutti e quattro: la certezza di poter contare sul reciproco aiuto e sulla reciproca spinta dev'essere il motore per camminare da soli ma senza sentirci mai tali.
Loro, i Puffi, lo sanno che non esiste distanza che ci possa davvero separare e questo li rassicura, li rasserena, li rende più consapevoli di poter attraversare il mondo senza timori e senza ansie.
E' importante anche per la loro autostima: ciascuno di noi ce la può fare da solo ma avendo la certezza di poter allungare una mano e trovarne altre 6 a supporto.....così è tutto più facile e fa meno paura!

5 marzo 2014

Fratelli unici


Belli come il sole. Simili sotto alcuni aspetti, ma davvero diversissimi sotto altri.
UNICI direi che è il termine giusto.
E anche loro lo sanno bene, anche loro lo vedono e questa diversità, al momento, ancora non la riescono ad apprezzare e la usano come "arma di battaglia" quando devono smascherarsi a vicenda nelle loro marachelle!

Puffo Edo, qualche giorno fa, ha avuto un'uscita abbastanza singolare: "Mamma", mi dice pensieroso, "ma io e Puffetta Gaia siamo fratelli unici? Io voglio essere un fratello unico! Posso?"
Di solito è lei (Puffetta Gaia) che ci prova e che rinnega il fatto di averlo come fratello, dichiarandosi addirittura sfortunata per dover condividere con lui spazi e affetti. Questa volta è stato lui a farsi sentire, a far sentire il suo pensiero, ponendolo in modo chiaro e deciso!
Io me la sono cavata bene nella risposta e credo anche di averlo convinto: "Amore, tu sei sia un Fratello, perchè sei il fratello di Gaia e sei anche Unico perchè sei molto diverso da lei e da chiunque altro...ciascuno di noi è unico e questa è una cosa bellissima!".
Sorride, mi abbraccia e mi dice: "Mamma, anche tu sei UNICA! e sei la mia mamma preferita!"
Che dire...ancora una volta semplicità e schiettezza pagano!

Poi, ho ripreso la sua definizione "fratelli unici" e ci ho riflettuto: l'ho vivisezionata, ricostruita, ripensata, analizzata. Volevo capire meglio, saperne di più. Ed ho capito che è tutto soggettivo.
Io un fratello non l'ho mai avuto ed essere stata una figlia unica non è mai stato un peso per me. Non lo è mai stato finchè non sono cresciuta. Da bambini figli unici si ricevono in maniera esclusiva coccole, attenzioni, amore. Da grandi si è caricati di responsabilità e di aspettative che i genitori ti vomitano addosso e che tu, in quanto UNICA, ti senti in dovere di rispettare e di soddisfare. Una faticaccia che, talvolta, diventa anche una sorta di crudele prova quotidiana: il motto è sempre dimostrare, dimostrare e ancora dimostrare! E così non mi piace, la trovo una cosa poco corretta, a volte anche diseducativa, soprattutto è un elemento di disturbo per quella che io ritengo essere l'indispensabile crescita dell'autostima personale. E' come una corsa nella quale non si raggiunge mai l'obiettivo ed in cui la frustrazione è sempre lì, dietro l'angolo che ti aspetta in agguato!
Ecco quindi il motivo della mia scelta di avere due figli....che siano UNICI ma che siano anche FRATELLI.
Con loro è tutto più equilibrato: l'amore si moltiplica non si divide ed il resto è una giusta via di mezzo, senza carichi eccessivi per nessuno. Credo fermamente nella mia scelta e che sia la più educativa e sana....per loro, Puffi UNICI meravigliosi, e per noi genitori più equilibrati e con meno ansie possibili!



4 marzo 2014

Profumo di bimbo: la chimica non inganna!


Dicono che sia una questione di chimica, un processo che si scatena quando un particolare odore ci cattura e riporta alla mente ricordi speciali. E' quello che mi succede ogni volta che lo stringo tra le mie braccia.
Il suo "profumo di bimbo" è inconfondibile, è il SUO, lo riconoscerei tra mille.
E' inebriante. Se chiudo gli occhi per un attimo sento un senso di leggera ubriacatura che mi pervade ed inizio a sognare. Siamo noi: io e lui, stretti in un abbraccio infinito e misterioso, quell'abbraccio che crea una sorta di commistione magica che può nascere solo ed esclusivamente tra madre e figlio.
Nasce ancor prima che venga al mondo: lì, dentro un corpo che cambia e che si prepara ad accogliere una nuova meravigliosa vita. E poi dura, dura per sempre.
Il calore che si sprigiona è forza, certezza, purezza, univocità!
E non so chi si senta meglio, se io oppure lui! So solo che quando tutto questo succede, le mie endorfine si scatenano in una danza subliminale e mi sento incredibilmente bene.
In pace con me stessa e con il mondo.
Una vera medicina. Un attimo di eternità. Un momento di delirante e pazzo AMORE.
Poi, d'un tratto, apre gli occhi e mi guarda: la sua aria interrogativa in un attimo viene sostituita da uno sguardo che sorride. Ora mi stringe più forte, forse mi ama un po' di più e mi dice: "Mamma, sognavo di te!".
Nulla di più appagante! La chimica non inganna!