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2 aprile 2014

La differenza tra essere padre e fare il padre....


Quando pensavo alla persona che avrei voluto avere accanto per la vita mi sono sempre immaginata un uomo presente e affidabile che fosse un buon compagno e soprattutto un ottimo padre.
La definizione di "ottimo padre" è sempre molto soggettiva ma credo che vi siano alcuni punti fondamentali sui quali non si transige e che mettono davvero d'accordo tutti.
Diventare padre è diverso da saper fare il papà, sentirsi padre dentro vuol dire sentirsi parte di un progetto familiare che prevede investimento in termini di tempo e di affetto e che fa vivere da protagonisti la crescita ed il percorso educativo dei propri figli. Non tutti gli uomini ne sono all'altezza, alcuni per mancanza di "affinità" con il ruolo di cui sono investiti, altri per mancanza di voglia. Non nascondiamo il fatto che essere padre (e madre, ovviamente!) significa anche saper mettere da parte le proprie esigenze per dare la precedenza a quelle dei propri figli e per dedicarsi anima e corpo, quotidianamente, ad affiancarli in tutte le fasi della loro vita. Quando sono piccini significa saper creare con loro un feeling che non è così "scontato" come quello che naturalmente si crea tra madre e figlio, significa imparare a conoscere le loro esigenze ed i loro bisogni, significa imparare ad interpretare i loro pianti, significa riuscire a soddisfarne le loro richieste primarie. Tutto ciò prevede un certo impegno ed una certa fatica che talvolta gli uomini non sono pronti a caricarsi. Entrare in profondità nel rapporto con un neonato non è facile ma è una sfida meravigliosamente avvincente: cambiare il pannolino, fare il bagnetto, riuscire a calmare il pianto disperato di un bimbo non è un automatismo che scatta nel momento in cui quell'esserino viene al mondo, non è un automatismo che scatta nella testa di ogni uomo. Ed è per questo che, fin da subito, si intravede il futuro di un rapporto che deve avere origini profonde fin dalla nascita: ci sono uomini che osservano "da lontano" senza farsi troppo contaminare da questi meccanismi così tanto ignoti quanto scomodi per chi, fino al giorno prima, riusciva a pensare egoisticamente soltanto a se stesso. Questo è il caso in cui, troppo spesso, l'uomo si sente messo da parte, defraudato di quel posto che "gli spetta" e la coppia entra profondamente in crisi. Donne "troppo" impegnate a fare le mamme e mamme che non si ritrovano più nel ruolo di donne.....ma soprattutto uomini che nemmeno osano immaginare cosa voglia dire fare il padre assumendosi oneri ed onori del ruolo in questione. Va tutto allo scatafascio, si rompono equilibri instabili e non ci si ritrova più negli spazi nei quali si dovrebbe cercare di reinserirsi e di ritrovarsi. La cosa peggiore, in tutto questo, è che incredibilmente a perdere di più sono proprio gli uomini, quegli uomini che non sono in grado di godersi la crescita dei figli e che si perdono attimi "eterni" che non torneranno mai più! Non capiscono che il legame padre-figlio inizia lì e che poi sarà sempre più difficile recuperarlo. Poveri uomini......soli!
L'altra categoria di padri è quella che invece si lascia travolgere dall'emozione incontenibile e che inizia a respirare a pieni polmoni l'aria della paternità! Papà maldestri che si cimentano nell'accudimento dei loro cuccioli e che piano piano riescono a conquistarsi i loro sorrisi, le loro smorfie buffe, le loro tenerezze. Sono quelli che si godono l'evolversi faticoso della nuova quotidianità prendendo tutto il bello che il loro ruolo richiede e che i figli danno in cambio. Sono uomini che si ricostruiscono, che si ricompongono in una dimensione diversa; sono uomini che entrano nelle corde e nel cuore delle loro creature e che sanno ritrovare una magica diversità nella nuova dimensione familiare. Ne beneficiano tutti: loro, in primis, poi i figli, e le compagne che si sentono ancora più amate grazie all'amore che filtra per induzione dal rapporto padre-figlio. Poi i bambini crescono e richiedono nuove attenzioni: i ruoli sono sempre in fieri, le condizioni sono sempre in movimento; bisogna essere bravi nel saper riequilibrare il tutto secondo la nuova realtà! Amalgamarsi, questo è il segreto. E se questo lavoro inizia ad esser fatto fin da subito diventa più facile poi seguire i meccanismi nei quali la vita di genitore conduce.
Io non ho sbagliato! Ho scelto proprio un uomo di serie A: uno che non si è mai perso un'ecografia, uno che non si è mai risparmiato in coccole e dolcezza anche nei confronti di un corpo che stava cambiando, uno che per i suoi figli c'è sempre stato.....a modo suo, come è capace, ma c'è! Magari distratto, magari indeciso, magari pigro ma lui è lì ed io lo so, ma soprattutto LORO lo sanno ed è per questo che i Puffi lo adorano. Perchè Lui è il loro papà!


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