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26 aprile 2014

Come gliela spieghi la morte ad un bambino?


Sono stati giorni difficili, emotivamente struggenti, razionalmente inconcludenti.
Quando scompare una persona a te cara sei obbligato a fare i conti con "la Signora" ed il dialogo diventa un "a tu per tu" con il vuoto, l'oscurità, il senso di mancanza, la rabbia, la disperazione...la nostalgia ed il ricordo.
Lui, se ne è andato quasi in punta di piedi: poca gente intorno, quella a cui teneva di più e, forse, chissà, il dolore di dover lasciare una compagna a cui ha fatto da faro ed una figlia troppo piccola per rimanere senza il padre. Sono sicura che non avrebbe voluto andare, certa che è stato per loro l'ultimo respiro, l'ultimo pensiero. Quando arriva il momento del trapasso però non puoi forzare, non puoi forzarti, devi necessariamente mollare e andare...senza più voltarti indietro.Quando ho saputo della sua scomparsa, il primo mio pensiero, devo dire la verità, è volato a Lucrezia, ad una bimba dell'età della mia a cui avrebbero dovuto spiegare qualcosa di troppo grande ed incomprensibilmente ingiusta per tutti....figuriamoci per una topina di soli 8 anni. Rimanere senza papà è sicuramente uno di quei traumi che non passano e con il quale occorre fare i conti per una vita intera. Ma sarà possibile "addolcire" questa pillola amara, mi sono chiesta? Sarà possibile attenuare per la bimba un colpo così violento?
Oggi era il the day after e la piccola Lulù ha passato la giornata con noi: i suoi cuginetti l'aspettavano a braccia aperte e lei ha accettato di buon grado di trascorrere del tempo insieme a loro.
Io ero timorosa e incerta, frastornata da un accaduto che non si può raccontare ad una bambina che avrebbe avuto tutto il diritto di avere il padre accanto. Sembrava spensierata ma a tratti leggevi nel suo sguardo perso nel vuoto un cenno di tristezza quasi inconsapevole. Non potevo fare finta di niente e le ho chiesto di abbracciarmi, di darmi un po' di carica...so che era lei ad aver bisogno di un gesto d'amore ma gliel'ho chiesto io. Mi ha spiegato che era un po' triste perchè il suo papà "aveva dovuto morire" ed io, con un nodo in gola e le lacrime agli occhi, le ho risposto che ha tutto il diritto di essere triste e che sicuramente sentirà la mancanza del suo adorato papà. Però...ho provato a passarle il messaggio che ora non sarà mai sola: "...hai un Angelo speciale che veglia su di te Lucrezia e questo Angelo speciale è tuo padre. Ti mancherà il suo abbraccio ma lui ti stringerà comunque e ti starà accanto in ogni istante della tua vita. Se prima in alcuni momenti non potevate essere vicini e non potevate vedervi perchè tu eri a scuola e magari lui a lavorare, ora Lui sarà sempre vicino a te, giorno e notte.....la differenza sta nel fatto che non lo puoi vedere, ma se stai in silenzio lo potrai sentire!". Non so se l'ho convinta davvero, non so se sono riuscita in qualche modo ad attenuare il suo dolore e nemmeno se davvero le mie parole fossero quelle giuste. Ma forse di parole giuste non ce ne sono! Più ne cerchi e meno ne trovi. E' come una musica stonata, come una leggera ubriacatura.
Forse la morte è davvero l'unica cosa sulla quale la razionalità non funziona, le domande restano sicuramente senza risposte ed il cuore rimane pesante e piangente...siamo perdenti già in partenza! Ed io questa cosa faccio davvero fatica a spiegarmela e ad accettarla. E' una di quelle cose che sconvolge la mia emotività sempre più o meno controllata. E' un colpo dritto al cuore. Mi sono chiesta se ci sia un modo per sconfiggere il senso di vuoto e di impotenza che la morte lascia e mi sono risposta che l'unica maniera per fronteggiarla è l'AMORE. Puffetta Gaia, che per tutto il giorno non è sembrata interessata al discorso, stasera, prima di addormentarsi mi ha raccontato di un suo dialogo con la cuginetta che le ha spiegato della morte del papà con un po' di tristezza nel cuore e mi ha detto di averle risposto che ora il papà lei ce l'ha in maniera diversa...ma è e sarà sempre il suo papà! Io l'ho stretta a me e lei mi ha guardata negli occhi fissa ed ha sentenziato: "Mamma, io so come sconfiggere la mancanza di qualcuno che ami! Quando tu vai via per lavoro mi manchi molto ed io faccio come mi hai suggerito tu: prendo il tuo pigiama con il tuo profumo dentro e lo stringo forte a me. Mi sembra di averti vicina anche se non ci sei e mi sento meno male. Forse questo trucchetto può funzionare anche per la mia cuginetta Lucrezia! Il suo papà ce l'aveva un pigiama, vero mamma? Perchè se ce l'aveva il problema è risolto! Sai che faccio mamma? Domani telefono alla Lulù e le dò questo consiglio...."
Domani.....amore.....domani.....

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