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27 febbraio 2014

Un po' più donna ed un po' meno mamma...per un giorno!


Sarebbe auspicabile farlo, almeno un giorno al mese: un po' più DONNA ed un po' meno MAMMA!
Detta così sembra una bestemmia ma in realtà sarebbe una straordinaria rivoluzione per me!
Un desiderio di questo "povero" compagno di vita che ormai ha anche smesso di sentirsi "solo e "sconsolato" e se ne è fatto una ragione; un miraggio per me, che ho sempre la speranza di riuscire a ritagliarmi una giornata di sole coccole personali ma che, invece ogni volta....."sarà per la prossima volta!"; una festa per i due Puffi che, secondo me, mi vedrebbero rinascere "fuori e dentro" e la smetterebbero di considerarmi una mamma "un po' vecchia ma....sempre piccolina!".
Sembrerebbe il segreto salvavita: un po' di sano relax ed una bella dose di restauro e anche l'animo più stanco e sconsolato, come a volte è il mio, si sentirebbe rinascere e rinvigorire.
Il segreto salvacoppia: ma ti immagini Any se gli dovessi annunciare la rivoluzione di una giornata al mese tutta per noi??? Forse dovrei fargli fare un'assicurazione sulla vita perchè, davanti ad una proposta del genere, gli verrebbe di sicuro un colpo secco (....proprio ora che volevo "recuperarlo???).
La ricetta del sorriso garantito per e con i Puffi: Puffetta Gaia ricomincerebbe ad avere la mamma distesa e sorridente che ha sempre rimpianto e Puffo Edo si godrebbe coccole, giochi e risate di una "mamma piccolina tutta nuova"!
Io non so ancora come fare, ma so con certezza che ci voglio provare: forse non sarà una intera giornata, forse inizieranno ad essere poche ore, ma sicuramente sono disposta a fare questo "sforzo" per il benessere di tutta la banda.....iniziamo la rivoluzione da ora?

20 febbraio 2014

Il vero significato della parola EDUCARE


Ho sempre pensato, erroneamente, che EDUCARE volesse dire riempire la testa di un bambino di concetti e valori invece un bel giorno, mi sento illuminata. Ci rifletto bene e qualcosa non mi torna. E ho ragione.
Pensate all'etimologia della parola Educare: deriva dal latino e-ducere, condurre, portare, tirare fuori.
Esattamente il contrario di ciò che per anni ho creduto essere esatto ed efficace. Invece no!
Il concetto è questo: anzichè riempire i nostri figli di parole, parole, parole, sperando che un giorno le interiorizzino e le rispettino come regole improrogabili, occorre parlare meno e cercare di estrarre ciò che già è dentro di loro. Perchè, sembrerà assurdo, ma questi piccoli mostri nascono già "programmati" e con una loro indole precisa e determinata che noi possiamo si influenzare ma non stravolgere o cambiare.
Educarli vuol dire tirare fuori il meglio di loro, significa fare in modo che da soli possano riuscire ad esprimere ciò che sono e ciò che "contengono", significa scoprire ed accettare la "pasta" di cui sono composti e che è nel loro DNA e insegnar loro come mostrarla al mondo.
Un conto è cercare di raccontare quelle che sono le regole basilari della vita, un altro è cercare di ficcare nella loro testolina una serie di concetti che a volte sono per loro anche incomprensibili, dettandoli come dei Must! In questo modo si crea una reazione addirittura contraria: i bambini vengono così stressati dal quantitativo enorme di informazioni che ricevono e si ribellano perchè si sentono forzati e destabilizzati.
Non è il modo giusto di guidarli. Non è questa la strada giusta da percorrere.
Impariamo a fare il ragionamento inverso: loro sono già padroni di concetti e di parole, noi dobbiamo insegnargli come esprimerli al meglio.
Se si riesce a capire davvero questo, si cambierà prospettiva e tutto inizierà a funzionare meglio ed in maniera più fluida. Io ci sto provando....e voi?

Butto via i sensi di colpa!


Ora basta! So che, dopo aver scritto quello che sto per scrivere, mi attirerò le antipatie di una serie di mamme perfette e impeccabili e immuni da tutta una serie di scleri tipici solo delle mamme imperfette come me, ma so anche che prima di arrivare qui IO ho fatto un percorso davvero lungo e difficile che mi ha vista protagonista indiscussa di una serie di incontri con una paziente e competente psicologa che mi ha accompagnata sulla strada "della guarigione". Intendo dire che ci ho messo ben 8 anni per giungere alle conclusioni alle quali sono giunta negli ultimi 5-6 mesi e che ora mi sento davvero Molto più che mamma, quindi più completa, più consapevole e più determinata a portare avanti il mio pensiero traducendolo in un life style che deve diventare il must della mia "nuova vita". Sarà che, raggiunti i 40, si tirano le somme e in qualche modo si volta pagina, ma io non ho più intenzione di farmi accartocciare da una vita che stritolerebbe anche la persona più stabile e lucida del mondo!
L'immagine qui sopra parla da sè: questo è il mio bidone virtuale nel quale ho deciso di BUTTARE I MIEI SENSI DI COLPA! Perchè è proprio lì che devono stare, oggi e per sempre.
Sensi di colpa perchè ho un lavoro che mi tiene lontana da casa ben 12 ore al giorno, che non mi permette di andare a prendere i Puffi a scuola, di portarli a fare sport, di accompagnarli al parco, di concedere loro di invitare amichetti a casa post scuola. Ed, in tutto ciò, questo lavoro mi piace pure (stronza che sono, eh!).
Sensi di colpa perchè arrivo a casa stanca morta e, alle 11 di sera, non so nemmeno più come mi chiamo, non riesco ad essere gattina con Any che si sente spesso solo e trascurato.
Sensi di colpa perchè non so cucinare e non sono una perfetta donna di casa....non esattamente la classica donna da sposare, ecco!
Sensi di colpa perchè mi tocca tenere impegnati i nonni che sono "costretti" a correre dietro ai nipotini e alle loro attività, alle loro lune, ai loro umori, ai loro capricci, ma che, di contro, si godono anche coccole e sorrisi, slanci d'amore e abbracci dal lunedì al venerdì.
Sensi di colpa perchè so che le amicizie vanno coltivate ed io non riesco a trovare il tempo "giusto" da dedicare a quelle persone che vorrei facessero più parte della mia vita e della mia quotidianità.
Sensi di colpa se mangio ed ingrasso e non riesco a mettermi a dieta e a tornare "quella di una volta", se non riesco a fare sport come dovrei.
Sensi di colpa perchè magari, dopo 10 ore di lavoro e 2 di viaggio nel traffico più assurdo, sono nervosa e reagisco male davanti a mille capricci dei Puffi incazzati perchè vogliono solo la loro mamma.

Basta! I sensi di colpa ora li ho messi a tacere, li ho buttati lontano da me e lì li lascerò morire.
E sapete il perchè? Perchè ho tutto il diritto di essere stanca e talvolta nervosa dopo l'accumulo dello stress della giornata! Perchè io non solo una MAMMA, ma sono una MOLTO PIU' CHE MAMMA e ciò significa che ho il diritto di fare un lavoro che mi piace e che mi richiede sforzi ed impegno quotidiano. Che ho diritto di buttarmi a letto e svenire sotto le coperte la sera. Che ho il diritto di strillare come una pazza quando i Puffi si fanno ripetere invano ogni cosa un milione di volte. Che ho il diritto di voler uscire con le amiche almeno una volta al mese. Che ho il diritto di non saper cucinare perchè non c'è scritto da nessuna parte che lo debba fare io e che lo debba fare bene!
Basta! Ho il diritto di recuperare il rapporto con me stessa, di riprendermi in mano la vita e di sentirmi di nuovo donna oltre che mamma. Essere mamma non è e non dev'essere un qualcosa che ti limita ma qualcosa che arricchisce le tue giornate, che fa esplodere il tuo cuore di gioia e non di tensione, che ti dà un'opportunità non che te la toglie.
Ora l'ho capito e vivo meglio. E, sappiatelo care mamme perfette che siete sempre sul pezzo e che mi guardate con occhio sospettoso quando invece io mi scapicollo per riuscire ad arrivare a tutto, sappiatelo che se io sono felice ed appagata lo sono anche i Puffi....è un riflesso naturale: se la Molto più che mamma è serena, lo sono anche i Molto più che Puffi!

19 febbraio 2014

Che cos'è l'amore...dai 3 ai 40 anni!


Riflettevo in questi giorni sul significato dell'AMORE.
Ripensavo alla bella sorpresa che Any (marito) e Puffi mi hanno fattola sera di San Valentino e quindi, chissà poi per quale strano motivo, ho voluto indagare. Ma cosa vorrà dire per loro "AMORE", mi sono chiesta...ed ho subito cercato di avere le risposte che, in fondo, cercavo.
Così, in una sera come le altre, mentre rincorrevo a gattoni intorno al tavolo Puffo Edo come rituale pre-doccia serale, ho provato ad attirare la sua attenzione e tra le urla e le risate giocose e divertite  l'ho catturato, guardato negli occhi e gli ho chiesto a bruciapelo: "Ma per te che cos'è l'AMORE?". Pensavo di averlo spiazzato, devo ammetterlo, invece è stato lui a spiazzare me. Mi ha fissata per un attimo con due occhioni interrogativi, poi dall'alto dei suoi 3 meravigliosi anni, mi ha conquistata con una sola parola e sciolta in una abbraccio: "Tu! L'amore sei TU mamma!" e mi ha buttato le braccia al collo e stretta con tutta la forza che poteva. Lo confesso: il mio cuore è esploso di gioia e di orgoglio. Mi sono sentita completamente appagata come mamma....ma anche come donna! Una dichiarazione d'amore così non me l'aveva mai fatta nessuno!
E' arrivato poi il turno di Puffetta Gaia. Con lei mi sento quasi "al sicuro": mi ripete mille volte quanto mi ama, quanto importante sono per lei, quanto le manco...e vuole sempre un contatto fisico con me: una mano che l'accarezza, un abbraccio che la avvolge, un "piede contro piede", l'importante è che lei mi senta!
Quindi, mentre eravamo intente nell'operazione "lisciaggio dei capelli", quasi come fosse una domanda come tante altre, gliela butto lì e le chiedo: "Ma secondo te cos'è l'AMORE?". Lei, rispondendo sempre come se le avessi fatto la domanda più semplice e naturale del mondo, ammicca un sorrisetto malizioso e strizzandomi l'occhio mi dice: "Su dai mamma, lo sai anche tu! Insomma, hai presente quando maschio e femmina si baciano e si accarezzano? E poi si buttano sotto le coperte...." e ride a crepapelle! Cerco di interromperla ma non demorde e continua dicendo che è una questione di sesso (sesso??? Cooooosaaa???), che quando sarà grande anche lei "farà l'amore". Forse c'è un po' di confusione, mi dico.  Ed anche questa volta, quella spiazzata sono solo io. Io parlavo di amore, di sentimenti, di qualcosa di "subliminale" e lei, da donna adulta di ben 8 anni, mi descrive candidamente una situazione di "sesso"? Non ero preparata. Le spiego solo che l'AMORE è qualcosa di più profondo, che è un sentimento che parte dal cuore e che non riguarda solo un uomo ed una donna in quanto coppia, ma che ha ben altre forme: esiste quello tra madre e figlia, quello tra amici....ma mi mette a tacere chiudendo il discorso con un bel "L'AMORE è qualcosa di meraviglioso e di davvero complicato mamma!". Come darle torto?
Ebbene, sarò masochista, ma mica mi fermo qui. Manca all'appello il mio Any. Lo becco in un momento in cui mi sembra attento e gli chiedo a bruciapelo: "Ma per te cos'è l'AMORE?". Mi lancia un'occhiata tanto perplessa quanto incuriosita e poi mi dice che "....l'AMORE è qualcosa di difficile, sempre e a prescindere!".
Poi tace, mi gira le spalle e inizia a fare zapping alla tv. Io.....insisto, incalzo, non sono soddisfatta e voglio di più. A 39 anni non può avere la stessa visione di una bambina di 8. Lo esorto a continuare e mi azzittisce dicendomi che è qualcosa che evolve e che si trasforma. Che comprende sentimenti come rispetto, il bene, la stima....che va coltivato come un fiore." Ok, il fiore, le api....mi accontento e capisco che di più non posso ottenere. Depongo le speranze e cerco di dare la mia personalissima definizione di AMORE, che riassumerei in 5 punti:
- condivisione della quotidianità
- condivisione di obiettivi
- ricerca dell'equilibrio
- ascolto dell'altro e....
- PAZIENZA!
Mi rendo subito conto di aver dato una definizione monca perchè in questi 5 punti, per altro a mio parere applicabili a diverse sfere (dalla coppia all'amicizia), non è contemplato quello che per me è l'AMORE allo stato puro, che ho scoperto solo e soltanto dopo la nascita dei miei Puffi. Quindi integro e chiudo dicendo che, all'alba dei miei primi 40 anni, in merito all'AMORE ho la certezza di poter affermare che l'unico vero, eterno, infinito, incommensurabile, che passa sopra a tutto e a tutti è davvero l'AMORE MATERNO! Con questa questa "perla di saggezza" chiudo!

5 febbraio 2014

Puffo Edo e l'inseparabile amico Pongo!


Regalato quando lui non aveva nemmeno un mese e da subito sono diventati amici inseparabili!
A distanza di 3 anni l'amore è cresciuto e l'amicizia tra i due si è consolidata: ora è come se avessi 3 figli.
Quando siamo in giro mi ritrovo spesso a dire: "Dove sono Edoardo e Gaia?....e Pongo?". Ho l'ansia che venga perso perchè sarebbe un dramma. Non solo per lui ma anche per me!
Ormai ci siamo abituati ed è diventato parte della famiglia: è una questione di affetto simbolico che sembra tenerci in qualche modo attaccati a quando il Puffo era piccolino.
Lui ogni tanto lo "archivia" per qualche ora ma poi, quando se lo riprende tra le braccia, lo stringe forte e gli brillano gli occhi quando gli ripete "Io ti adoro tanto Pongo!".
Fantastico vedere come già da così cuccioli si riesca a consolidare in maniera così' incisiva un rapporto di vera amicizia "fraterna". Con Puffetta Gaia non mi era capitato: lei non aveva un riferimento così stretto con un amico pelouche! Quindi con Puffo Edo è stata una scoperta....
Io avevo il mio Tutullo che ancora ora giace in una antina dell'armadio: quarant'anni dopo è sempre la stessa emozione....i ricordi scorrono veloci quando lo riprendo tra le mani.
E spero che sia la stessa cosa anche per lui, un domani, quando sarà un uomo, forse si ricorderà del suo inseparabile amico Pongo e forse riuscirà a rivivere ricordi speciali.
Tutto serve nella vita....anche un amico pelouche che sembra inutile a chi non l'ha mai avuto ma che in realtà è una vera e proprio risorsa! Nel presente e nel futuro!