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27 aprile 2015

PUNIZIONI: SERVONO DAVVERO?

Il tema è sempre molto controverso e le opinioni si dividono sempre tra chi è a favore e chi invece le demonizza dando per scontato che non siano la soluzione per una buona risoluzione in merito a capricci e controversie varie che, quotidianamente, possono crearsi tra genitori e figli.
“La punizione serve solo a mortificare e ad intensificare l’atteggiamento di tensione. Bisognerebbe invece intensificare le gratificazioni, mettendo in evidenza i punti di forza  del bambino e facendo leva su quelli per recuperare situazioni che tendono a degenerare!” Facile a dirsi…..ma difficile a farsi! E soprattutto, a mio modesto parere di madre di due figli, non è così che funziona sempre: quando si tratta di comportamenti, quando si tratta di aspetti caratteriali, quando si è di fronte ad un diverbio che a volte si incancrenisce e finisce per degenerare, non è detto che il recupero della situazione sia davvero così “semplice” e scontato.
A volte non servono più parole, non esistono più spiegazioni, non bastano più nemmeno dei “time out” che allontanino dalla situazione! Quando l’insistenza e la testardaggine diventano ingestibili le cose sono due: o molli il colpo e lasci perdere rischiando di perdere di credibilità come figura genitoriale oppure persegui sulla tua strada ed esigi di arrivare al risultato sperato. Come?
Anche con una buona punizione! Si perchè, secondo me, esistono anche le “punizioni buone”: sono quelle che non cadono nel vuoto, sono quelle che vanno spiegate, sono quelle che servono a togliere qualcosa facendo capire che le cose vanno MERITATE E CONQUISTATE! Non credo nella punizione fine a se stessa, ma credo fermamente che togliere qualcosa per poi ridare al momento opportuno possa essere anche una buona soluzione educativa. Il messaggio che deve passare è che si possono ottenere gratificazioni se si rispettano delle regole che devono essere REGOLE BEN CHIARE E CONDIVISE! In caso contrario si incorre in intoppi e si è costretti a dover rinunciare a vedere la tv, a giocare con i video games, ad andare al parco o alla festa delle amichette. Le cose bisogna meritarsele, conquistarsele affinchè ne venga interiorizzata l’importanza, in caso contrario ed a lungo termine, si rischia che i bambini le diano per scontate, come dovute a prescindere da tutto e da qualsiasi cosa. Sbagliato! Sbagliatissimo! Perchè non funziona così da piccini ma non funziona così nemmeno da adulti.
La regola della gratificazione personale è ottima e funziona perfettamente in momenti di non tensione: serve per accrescere l’autostima del bambino, serve come coccola, aiuta a distendere i rapporti e come grande segno di gratificazione personale. E quindi ci dev’essere anche questo spazio. Lo spazio per il riconoscimento della “bontà” di un comportamento , il modo ed il momento per il premio che è indispensabile ma che va utilizzato al momento opportuno e, secondo me, il momento opportuno non è il momento del capriccio ostinato e della chiusura totale del bambino.
La mia personale esperienza mi ha insegnato che quando ho dato qualche punizione ai miei figli, punizione esemplare in cui ho creduto e che ho mantenuto fino in fondo senza fare passi indietro, ho ottenuto davvero dei risultati perchè se la sono ricordata come un momento forte, di rinuncia ed hanno immediatamente collegato le motivazioni, sempre chiaramente spiegate, che li hanno portati a doversi arrendere di fronte ad un NO, magari difficile da accettare ma educativo!
Mi piacerebbe sapere come la pensate voi mamme che mi leggete e che mi seguite….sono più efficaci le punizioni o le ricompense?

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