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8 aprile 2015

SCUOLA: TROPPI TRE MESI DI VACANZA! E SCOPPIA LA POLEMICA


Notizia fresca e polemica in atto!
Il Ministro del Lavoro Poletti ha dichiarato che «Un mese di pausa va bene, ma non c’è un obbligo di farne tre. Magari uno potrebbe essere passato a fare formazione». Replica il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini che con la nuova riforma scolastica saranno previsti stage per i ragazzi, da farsi anche nei periodi di sospensione dell’attività didattica.
Insorge la Cgil e chiede modalità standard di regolarizzazione del lavoro giovanile per non agevolare lo sfruttamento “in nero”.
Io, da mamma, ho provato a ragionare sulle nuove proposte e trovo che ci sarebbero diverse cose da sistemare prima di arrivare davvero a raggiungere una situazione scolastica accettabile ed equilibrata! Cosa farei?
5 piccoli passi avanti per cercare di avvicinarci ai Paesi del Nord Italia, efficienti e organizzati a partire dagli ambiti scolastici!
1. Cominciamo con il regolarizzare il corpo docenti. Ancora, purtroppo, nelle scuole pubbliche di ogni ordine e grado, si susseguono pletore di insegnanti supplenti di supplenti che, a stretto giro, entrano ed escono dalle vite e dalle classi dei nostri figli. Questo non senza implicazioni: cambiano i metodi di insegnamento, si modificano i programmi che vanno sempre più a rilento e i ragazzini sono sempre più destabilizzati, confusi ed impreparati!
2. Informatizziamo processi e cambiamo i metodi di studio: programmi più flessibili e più “aperti” da svolgersi meno sui libri e più sui nuovi device. I nostri figli sono “nativi digitali” ed io credo che questa loro naturale propensione verso quello che sta diventano il futuro lavorativo (e non solo!) debba essere sfruttata al meglio.
3. Le lingue straniere: ancora senza l’obbligo di insegnamento già dai primissimi anni di scuola materna, ancora senza un’insegnante madrelingua che imposti la didattica dapprima sul gioco e poi sull’apprendimento delle regole grammaticali (a seconda dell’ordine e grado di istruzione), ancora concentrandosi per la maggioranza dei casi solo ed esclusivamente sull’inglese!
Io ho deciso e, grazie anche all’aiuto dei nonni, ho potuto mandare i miei figli in una scuola inglese parificata che, fin dall’età dei due anni, accoglie bambini che vengono da subito immersi in un ambiente “british” dove vengono accolti da insegnanti madrelingua inglese, dove le maestre italiane servono da supporto per i più piccini nei momenti “critici” e dove si sfrutta la naturale propensione dei piccolini ad assorbire naturalmente  idiomi diversi senza forzare la mano! Si gioca in inglese, si parla in inglese, si guardano cartoon in madrelingua inglese e si ascoltano fiabe in inglese! Tutte le attività vengono svolte in lingua e tutti i bambini si sentono partecipi di questo mondo linguistico che non è il loro ma che da subito fanno proprio! E la differenza si vede! Arrivano alle scuole elementari e con assoluta semplicità iniziano a studiare Maths, Geography e Science anche in inglese, si relazionano tra di loro in lingua inglese e non hanno più bisogno di alcun supporto da parte delle insegnanti nell’impostare un dialogo tra pari!
Ma mi chiedo: perchè essere costretti a pagare fior di soldi (vedendolo e vivendolo come investimento sul futuro dei nostri figli!) quando invece questa dovrebbe essere la regola? Perchè creare queste divergenze tra “bimbi di serie A” e “bimbi di serie B” quando, al contrario, il diritto all’istruzione (ma quella vera però!!!!) dovrebbe essere un diritto di tutti????
4. Più laboratori e meno pagine da studiare! Vivere “sul campo” e capire le cose perchè si sperimentano serve più di mille pagine lette e studiate perchè imposte! Agevoliamo la pratica e badiamo meno alla teoria!
5. Ultimo punto, ma non meno importante: le strutture, i poli scolastici che ospitano i nostri figli ed in cui passano la maggior parte del loro tempo, in tanti, troppi casi, sono inadatti, fatiscenti ed anche poco sicuri! Non sarebbe ora di investire meglio il capitale destinato all’istruzione?
Basta leggere o viaggiare un po’ (per chi ancora se lo può permettere!) per capire che qui in Italia siamo sempre e solo fanalino di coda rispetto all’ambito scolastico e dell’istruzione di altri Paesi Europei! E poi ci chiediamo perchè i nostri ragazzi, appena possono farlo, fuggono all’estero. E ancora perchè questa mancanza di opportunità per i giovani di oggi che saranno il futuro di domani! Io, prima di riflettere sulle vacanze estive, rifletterei e sistemerei queste cose e poi…..se gli stage possono diventare serie opportunità di lavoro ed esperienze per i ragazzi, allora….ben vengano! Ma non ora e non così!

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