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16 marzo 2014

Una Molto più che mamma e le sue fragilità


.....le mie lacrime sono sempre invisibili: nessuno si accorge che sgorgano ma ci sono.
Nel cuore, in fondo all'anima; sotto la doccia mentre fingo di canticchiare o quando mi prende un improvviso raffreddore, ci sono ma nessuno le vede.
Chissà perchè una Molto più che mamma come me non sembra avere il diritto di star male: è come se il pilastro che tiene in piedi tutto non si possa mai permettere di cadere, come se la responsabilità di essere il punto di riferimento fosse sempre prioritaria rispetto al resto....anche rispetto ai miei sentimenti.
Tra le varie cose in casa mi tocca il compito di fare la parte di quella forte, coerente, che "detta" le regole, la mamma che accudisce e che sistema ma anche quella che punisce e castiga. Non è un compito facile. Non è un ruolo semplice da portare avanti, ma qualcuno dovrà pur fare un po' di "lavoro sporco" altrimenti la nave andrebbe alla deriva. Mio malgrado, tocca a me. E i Puffi Edoardo e Gaia lo sanno bene. Hanno ben chiaro dove sta lo scettro in famiglia e lo dimostrano, nel bene e nel male, quotidianamente: MAMMA, MAMMA, MAMMA, lo diranno mille volte al giorno, sempre e per tutto. Anche quando ad un cm da loro c'è il papà. La mamma è quella che serve, la mamma è quella che "comanda", la mamma è quella che decide, la mamma è quella che rassicura, che stringe i denti, che avvolge e che protegge: mamma per tutto; un punto di riferimento fondamentale nella nostra famiglia. Essenziale per l'equilibrio (instabile) che si è creato: guai se decidessi di non esserci. Loro, i bambini, me lo ripetono fino allo sfinimento: che mi amano, che mi adorano, che non mi vogliono mai perdere e che senza di me non potrebbero resistere. Io ricambio con un abbraccio che tranquillizza ma ho il cuore che trema.
E se un giorno, per cause a me non imputabili, per un disegno divino incomprensibile e assurdo, io dovessi non esserci più?
Questa è la cosa che maggiormente mi terrorizza nella mia vita "post figli": la paura di morire, il terrore di non poterli accompagnare nel cammino della loro crescita. Non ho paura per me, ma per loro: sarebbe un'ingiustizia "volare via" lasciandoli in balia delle burrasche della vita. Sono fermamente convinta che ogni bambino abbia il diritto di avere al suo fianco la mamma e son altrettanto convinta che ogni mamma abbia il dovere di prenderli per mano e di seguire le loro strade fino a che non saranno capaci di camminare da soli. Ma questa è una responsabilità enorme, un peso difficile da portare nel cuore....perchè certe cose non sono controllabili, succedono e basta.
Ecco perchè a volte la mia anima piange. Ecco perchè il mio cuore talvolta resta senza battiti.
E poi....chi non è mamma non può avere idea di cosa significhi dover trasmettere valori, di cosa voglia dire educare un figlio: a volte si investe tutto ed in cambio non  si riceve ciò che ci si aspetta. Tu ti dedichi anima e corpo a Lei e Lei sembra "non rispondere": inscalfibile, egoista, quasi cinica sembra avere il solo obiettivo di essere soddisfatta e accontentata, sempre, in tutto. E non si piega davanti a nulla. A volte mi ha vista stanca, distrutta, arrabbiata, delusa, dispiaciuta, triste, sconsolata ma non ha teso la mano, anzi, ha continuato a chiedere, sempre di più, fino allo sfinimento. Lei con l'obiettivo di riempirsi ed io nel mio sforzo di svuotarmi.
Vi assicuro che la frustrazione è indescrivibile. Ti sembra di aver buttato al vento anni, parole, insegnamenti, ma anche sentimenti veri, abbracci, amore. Lei svuota tutto di ogni significato. Ed io ogni volta muoio un po'.
Poi, grazie al mio carattere testardo e fermo, vado avanti comunque perseguendo, anche se con grande difficoltà, la strada che reputo essere la migliore (per loro si, ma per me?!?) e non mollo.
E sono convinta che le lacrime calde di una mamma siano spesso invisibili ma salate.....davvero! Forse, quando anche lei sarà madre, capirà! Forse....

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